Infanzia, Segno e Colore
Lieta Zanatta
Una nonna che sembra quasi trascinare un bimbetto travestito da Batman per le strade di Londra, il ghigno del piccolo che resiste per incarnare al meglio il suo supereroe. Classi di scolari e scout in posa per una fotografia, eri e grigi come i negativi di una foto, qualcuno dal sorriso increspato da un moto ribelle.
Bimbi che chiedono attenzione e rispetto sono nei lavori di Walter Davanzo, in mostra alla Galleria Polin di Treviso ancora per pochissimi giorni, fino al 25 maggio prossimo.
Un’ infanzia a cui guarda con un senso libero del grottesco, dove appaiono le figure tranquillizzanti del passato e le immagini dai contorni onirici della provincia. I genitori in vacanza a Jesolo sul cofano della Torpedo, gli avventori del Bar Riviera a Treviso, gruppi di famiglie anonime o famose, come i prestigiosi Kennedy. Lavori dalle grandi dimensioni, dal scintillante effetto invetriato, interessanti, di questo poliedrico artista, nato a Treviso, una città che forse presta più attenzione ai talenti che provengono da fuori, che a quelli che in lei nascono copiosi. Pittore, fotografo, film art director, Davanzo espone da quarant’anni lavori fotografici e le sue opere tra un viaggio e l’altro in Europa e in Africa.
Le mappe usate per le escursioni, come anche gli spartiti musicali, diventano lo sfondo di alcune sue opere, una ricerca che sembra cristallizzarsi nella camera oscura, dove i colori della memoria escono piano piano, dall’indaco al sabbia, e non smettono mai di essere sogni. Che chiedono di essere interpretati, accolti, condivisi, tramite le scritte, che come quasi graffiti misteriosi, capeggiano su quasi ogni sua opera.
Lieta Zanatta
IL TREVISO
20 Maggio 2009