Sulla tela il mondo a colori dei detenuti
Laura Simeoni
l noto critico d’arte Philippe Daverio ha tenuto a battesimo ieri a Treviso la mostra dei lavori pittorici realizzati dai giovani detenuti del carcere minorile. Lui che si definisce più che un giornalista “un antropologo culturale”, attento ai linguaggi e alle di- verse forme espressive delle ”tribù” umane, ha accolto con entusiasmo la proposta lanciata dai promotori, le associazioni Italca ed Emergenze oggi. Per molteplici motivi: Daverio ha operato come assessore negli anni No- vanta a Milano occupandosi dell’universo peniteniziario; poi c’è la passione per l’arte soprattutto quella introspettiva, emozionale, più rivolta all’interno che all’esterno, tipica di percorsi educativi e di recupero.
Un viaggio alla scoperta di se stessi che i giovani detenuti di Santa Bona mettono allo scoperto, dandogli forma e colori. Protagonisti anche due giovani ospiti che hanno ricevuto un premio speciale ad un concorso nazionale di poesia a cui hanno partecipato grazie alle collaborazioni con la scuola. La sezione maggiore della mostra, di cui in carcere è stato proposto un assaggio, è allestita in Casa dei Carraresi dove i quadri rimarranno esposti fino al 24 giugno. Le intense fasi della giornata sono sono state proiettate su un maxi schermo in piazza Aldo Moro e trasmesse in diretta da Ski.
«Abbiamo approfittato del passaggio del giro d’Italia perché anche la nostra è una tappa significativa di un percorso che non finisce mai» ha detto il di-rettore del carcere minorile Alfonso Paggiarino, persona sensibile e aper- ta alle collaborazioni con il volontariato per offrire ai ragazzi la possiblità di cambiare, di trovare la propria strada ,al di là del muro. Due realtà, dentro e fuori, che ieri hanno interagito in modo nuovo grazie al percorso curato dal fotografo Marco Zanta e dal pittore Walter Davanzo che ha voluto, sul palco, leggere alcuni pensieri dei giovani artisti.
Tra le tante riflessioni dedicate al- la libertà, di essere oltre che di fare1 ha colpito chi dichiara “Voglio evadere dall’incoscienza”. Parole e disegni che fanno riflettere il mondo adulto che forse propone modelli di vita lontani dalla “coscienza” che i ragazzi cercano. Perché le dipendenze – ha detto Paggiarino – sono di diverse tipologie e chi sbaglia spesso alle spalle ha una storia complicata, di sofferenza, violenze e soprusi subiti prima che compiuti. E come testimonia un dipinto in mostra, l’arte può aiutare a trasformarci, se lo vogliamo davvero, in una bellissima farfalla.
Laura Simeoni
Gazzettino 2 giugno 2007