Le scritture con la luce di Walter Davanzo

Giorgio Tomaso Bagni

Si inaugura oggi pomeriggio alla Libreria Einaudi, vicolo Rialto, la personale fotografica di Walter Davanzo. L’autore trevigiano espone un’interessante serie di “fotogrammi”, cioè immagini fitografiche ottenute senza l’intervento della fotocamera. Infatti fotografare (“scrivere con la luce”) altro non è che provocare in certi materiali (“fotosensibili”) una ben determinata e controllabile serie di reazioni. Tali processi non richiedono necessariamente l’utilizzazione di sistemi ottici: è infatti possibile realizzare delle immagini nitide e suggestive mediante la semplice sovrapposizione di un qualsiasi oggetto alla carta fotografica.

Il procedimento è piuttosto semplice: esponendo alla luce per qualche istante carta ed oggetto, l’annerimento di tutto il foglio, ad eccezione delle zone protette dall’oggetto stesso. Queste considerazioni (già introdotto verso la fine del secolo scorso dal fisico Louis Ducos du Hauron) stanno alla base dei “fotogrammi” di Walter Davanzo. Le sue immagini sono particolarmente interessanti proprio per questa insolita interpretazione “storica” della fotografia. Emulando colossi come Man Ray e Laszlo Moholy-Nagy. Davanzo utilizza gli oggetti più comuni, trasfigurandoli grazie alla magia della luce. Nelle opere dell’autore trevigiano, quindi, la realtà non sempre è riconoscibile: eppure è essa stessa la “matrice”, una matrice “diretta”, non mediata dal negativo. Nel fotogramma quindi la presenza della realtà viene ad essere ambigua: e Davanzo sfrutta tale contrasto con indubbia perizia, proponendo immagini elementari ma seducenti, talvolta persino inquietanti nella loro semplicità.

La mostra di Walter Davanzo resterà aperta fino al 21 febbraio e sarà seguita da una personale di Giuseppe Bianchin, presidente del Fotoclub Treviso.

Giorgio Tomaso Bagni

 

LA TRIBUNA
Sabato 9 febbraio 1985