Le tele di Davanzo: un aiuto a vivere, ridere e amare
Carlo Mola
Walter Davanzo espone sino al 3 febbraio, con orari pomeridiani dalle 16 alle 19, nella sala Ligari della Galleria del palazzo della Provincia, una vasta e ricca serie d’opere pittoriche. Leggo nel bel catalogo che presenta l’artista che il critico Diego Collovini ha riportato un pensiero di Oscar Wilde. Di quelli fulminanti ma non eccessivi, come capita qualche volta al grande Oscar. “Il pensiero e il linguaggio sono per un artista strumenti di un’arte”. Ma vorrei aggiungere un altro pensiero di Oscar Wilde “se riesci ad amare una sola persona vuol dire che sei piuttosto limitato”. Credo proprio che una delle caratteristiche di Davanzo sia quella di amare.
Amare in un modo assai originale (e questo è un punto importante) le cose che lo circondano. Gli oggetti e le cose. Non solo le cose ma anche gli strumenti per costruire le cose. Non per niente il catalogo di Davanzo termina con una bella poesia di Mario Luzi intitolata “Aprile – Amore”. E non per niente leggiamo nella presentazione di Angelo Pauletti che le pitture di Davanzo aiutano a vivere, a ridere, ad amare. Ma, intendiamoci, non è che quest’atto d’amore sia concepito come qualche cosa di consolatorio ed appagato, anzi. Nell’acuta ed assai ampia presentazione di Collovini leggiamo che “questo suo dipingere implica un atto di violenza sulla materia e sullo spazio, si fa spasmodico, irrequieto, indefinito, l’immagine si arricchisce di spigolosità”. Queste opere che apparentemente sono lontane dalla fotografia giocano una componente visiva, un equilibrio fra fantasia e conclusione che è il presupposto di tanta fotografia (non di tutta). Ed a proposito delle tecniche sembra proprio che soggetto e sviluppo vadano di pari passo. Ecco perché anche il riferimento all’espressionismo diventa sopportabile. Non è mai una citazione e tanto meno uno strascico. No. Individuato nell’espressionismo un momento di analisi e nello studio del movimento di Balla un punto di partenza per la serie di quadri sulle gambe, tutto parte per una ridefinizione, per un togliersi dalla gratuita citazione per allontanarsi dalla strada iniziatica. Ma anche con l’aggiunta di un processo mentale quasi meccanico vicino a certi atteggiamenti dell’arte africana.
Carlo Mola
LA PROVINCIA DI SONDRIO
29 gennaio 2002